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’altro lo spettatore, cui è precluso di intervenire in tale identità e, se lo fa, come avviene, nel caso di manomissioni, rilavorazioni, e anche di
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intervenirvi (e se vi interviene, il caso della Gerusalemme conquistata insegni). Ma questi due momenti inderogabili, della creazione e della recezione
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contemporanea, la quale pur storicamente si è prodotta e non come un prodotto del caso.
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, neppure nel primo caso, un’apertura dell’opera, e, cioè, secondo la nostra teoria, l’assenza di una fase del processo creativo, in cui lo spettatore si
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soggetta al dubbio e non si possa mai ritenere come esaustiva. È il caso, fra i tanti, di Mallarmé e di Kafka, le cui opere non possono dirsi aperte nel
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’impressione che quella espressione gli ha fatto, ma nell’uno e nell’altro caso si mantiene su una base soggettivistica in cui l’antinomia resterà
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comunichi un’emozione al ricevente. Nel primo caso si perde la specificità dell’opera d’arte, nel secondo la si lascia in balia del ricevente: nell’un
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richiudersi sullo spettatore una volta che questi ha passato la soglia. È, fra i pochi, il caso di Burri. Mette il conto tuttavia di analizzare più da
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fisici che l’estrinsecano (oro, argento, legno da bruciare etc.) sicché venga retrocessa alla sua sussistenza materiale. È il caso a cui si deve la
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’opera ma prima dell’opera. È questo il caso tipico della musica scritta per i «festival» 3; del quadro dipinto per l’esposizione. Se cioè l’abito
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modo quasi inerte le ricerche del Bauhaus (in particolare di Moholy-Nagy) o «una singolare dialettica fra caso e programma, tra matematica e azzardo
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C’è poi il caso macroscopico di Oldenburg in cui si segue il passaggio dalla lampadina tascabile, fusa in bronzo, di Jasper Johns (che già, nella
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fenomeno che fenomeno-non-è. Solo dopo avere accertato questo caso singolarissimo, nel campo della fenomenologia, potrò salire di grado e interrogarne la
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fotografo. E se è un caso che il più antico dagherrotipo sopravvissuto sia una Natura morta (1837), non è però un caso che fra le prime fotografie si
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E quando si arriva a Degas — è solo il caso più noto — la fotografia può sembrare prendere nascostamente le redini e da serva fare da padrona. Ma se
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Occorre quindi un riesame che tenga conto delle mutate condizioni di questi ultimi venti anni. E il dubbio che insorge è questo. Se per caso, anche
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la messa in posa del modello del pittore e del fotografo e la successiva presa d’immagine dell’uno e dell’altro. Nel caso del ritratto sembra assurdo
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-fenomeno-non-è, ed è cioè il caso che, ancora come ipotesi, chiamiamo opera d’arte. Il secondo, analogo ma non identico, è quello in cui l’intenzionalità
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enunciato resulterà chiaro che nel primo caso si tratterà unicamente di un fenomeno riproduttivo, in cui l’oggetto, come si è spiegato differenziando l
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la differenziazione di pittura e fotografia, possa essersi prodotto. E tanto per fare subito un esempio concreto, se per caso l’attitudine del
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ciononostante restare pittura. Sembra, anzi, che il caso della pittura fiamminga debba proprio configurarsi così. Per questo occorre soffermarsi sulla modalità
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Comunque il caso della pittura fiamminga può considerarsi l’eccezione più rilevante di un arricchimento semantico dell’immagine ottenuto nel momento
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margine dell’opera d’arte. Nel caso del Gotico, infatti, se lo si considera dal puro punto di vista tettonico, si potrà constatare un graduale progresso
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. Anche l’altro esempio, portato da Weber, tolto dal campo musicale, non è più probante nell’intento di dimostrare lo sviluppo di una tecnica, nel caso
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dello studio dell’Erlebnis e che quest’ultima è soggetta a quello che oggi in America si chiama la biographical fallacy: anche nel caso in cui la critica
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formale, in questo caso, della costruzione piramidale, che simboleggerebbe né più né meno che la concezione di un corpo dentro un altro. La
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, di avere toccato il fondo. Si prenda cioè il caso dell’Amor sacro e Amor profano di Tiziano e quello della serie dei dipinti con la sibillina
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culturale che invece vi confluì apertamente può dar luogo sempre a nuove sorprese. È il caso, recentemente intervenuto, per quei dipinti che si
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dell’ipotesi esibisca istantaneamente la verifica dell’ipotesi stessa: l’ipotesi cioè non anticipa il fenomeno, ne spiega le modalità. Nel caso delle
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relativa all’opera d’arte come realtà senza esistenza, un’approssimazione maggiore o la totalità dei suffragi, di cui non gode sempre ed in ogni caso
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concreta con l’opera d’arte. Prendiamo allora il caso più semplice di un prodursi in presenza, in cui questo prodursi in presenza si ponga nudamente
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qualcosa che non è presente. Ed ecco allora che il prodursi in presenza decade a mezzo di informazione d’una presenza che dovrà, come nel caso
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perciò ad un passato, anche se prossimo o recentissimo. Tale è il caso dei commentatori in TV a una partita di calcio o di boxe. Egualmente, se vedo una
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dal tentare e dal ritentare la scalata, variando non tanto il punto di stazione quanto la provenienza. In questo caso dall’area più specificatamente
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, la distinzione fra immagine come immagine e immagine come segno non potrà intendersi preclusiva che, anche in questo secondo caso, e cioè all
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. Nel caso dei sintomi che annunziano il temporale, questi non resteranno meno vividi di fronte agli occhi, ma lo spostamento che avverrà interiormente
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e non un caso accessorio e decorativo del linguaggio. Ed è la metafora che dà ragione di come possa avvenire la proposizione di una realtà non
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comunica: anche se il messaggio che comunica è coestensivo, soggiacente e indivisibile dal rendersi astante. Ossia anche se ponga di fronte ad un caso
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indotti in errore dal credere che, sì, la specificità della pittura non può essere attinta con un’indagine semiologica, ma che, al di fuori del caso dell
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ridondanza, o se il testo aggiunga un’informazione inedita alla immagine. E può prodursi l’una cosa e l’altra, perché nell’un caso e nell’altro, in
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, nel caso del Palladio, particolarmente, fu redatto quasi come una tavola di logaritmi: né tanto meno si nega che la fisionomia dell’architettura del
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tecnica. Il principio di causalità si trova dunque disceso, da principio primo valido in ogni caso, a principio modellato (sulla base della correlazione
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questo secondo caso, ma la causa della non accensione (come la causa dell’accensione, nel primo caso) è l’interruttore. La distinzione così abbozzata
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corrente, non si produrrebbe luce, il secondo come quello che, senza l’intervento umano, la lampada non si accenderebbe. Ma nel primo caso il rapporto
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osserva che se «qualsiasi caso doveva fare scoppiare ugualmente il conflitto, ciò vuol dire che nella costellazione storica data possono venir isolate
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potrebbe continuare quasi all’infinito, e potrebbe essere un’analisi fruttuosa, ma, nel caso nostro, è ridondante, poiché non vogliamo riepilogare le
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né annulla né riduce o livella il gioco delle cause, del caso e delle intenzionalità. È piuttosto da concepire come il simbolo di una legge statistica
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conosce che il fattore del caso non può essere mai eliminato dalle occorrenze storiche.» Ma se in sede teorica neo-positivistica è facile sbarazzarsi di
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storia dell’arte esperiti dal punto di vista marxista. Poiché abbiamo già chiarito in qual caso si possa e dove non si possa far pernio sul concetto
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giustapposizione e nella mancanza di dialettizzazione. Nel caso in parola si deve osservare che la dialettizzazione avviene proprio fra lo stile di Gentile e quello
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